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Ascanio Trojani
Sull'Uso peritale dei Fotofonini

Il Perito I/II 2004

 

 
    Alcuni anni fa (2004) scrissi delle note circa la fattibilità e la convenienza dell'uso in campo peritale dei fotofonini, come allora venivano chiamati. Il termine ha avuto una via quantomai breve, ed è andato ad allargare il repertorio terminologico del settore divenuto obsoleto. Qualcuno ricorda i TVfonini, i fotopalmari e quant'altro?
    Riprendo alcune considerazioni fondamentali, che resistono al trascorrere del tempo.

    Alcune delle caratteristiche allora evidenziate (qualità non eccelsa, possibilità di trasmettere immagini e note via MMS o posta elettronica, compattezza ed agilità generale del dispositivo) e le possibilità di utilizzo ragionevolmente possibili, valgono tuttora.
    Il telefono cellulare, oggi trasformatosi in smartphone, dotato di un apparecchio fotografico e di connettività che andava dall'MMS, alla navigazione in rete ad alcune funzionalità di editing (prime fra tutte la possibilità di allegare commenti estesi alle immagini) se inserito in una adeguato protocollo di indagine, appariva da subito come uno strumento di estremo interesse.
   La qualità delle immagini è mediamente aumentata: i sensori hanno ormai da tempo superato la dimensione VGA, e sono quasi sempre superiori ai 2Mpixel; si cominciano a vedere sistemi ottici complessi (vedi il Nokia N95) e non più fori stenopeici più o meno migliorati; le dimensioni dei sensori sono aumentate, gli algoritmi di compressione sono meno penalizzanti, la connettività gestisce files di maggiori dimensioni (chi si ricorda dei vecchi MMS da 49k?).
   Più che la qualità dell'immagine, si osserva, in un sistema multifunzionale si cerca la versatilità e la utilizzabilità nelle condizioni più varie.
   Il fotofonino, è uin sistema leggero, facile da usare e sensibile ad un utilizzo smaliziato (la cultura tecnica suggerisce non pochi improvements delle prestazioni) e, sopratutto, connesso: le immagini, cioè, possono essere inviate immediatamente a studio, per una analisi immediate, seppure vincolata alle prestazioni disponibili.
  Non tutti sanno, infine, che pressoché tutti i sensori coprono agevolmente anche l'infrarosso vicino. Alcune variazioni (meditate) nei parametri di regolazione (luce incandescente, sensibilità...) consentono di ottenere risultati senz'altro interessanti dal punto di vista creativo, e con le dovute cautele anche in campo peritale.

    Un esempio:

© Ascanio Trojani 2010


    ottenuto con un cellulare Samsung SGH-D880 (3Mp nominali), filtro Cokin 007 (equivalente all'89B Wratten) tenuto davanti all'obiettivo, mano libera, luce solare; elaborazione successiva dell'immagine limitata al solo ridimensionamento.

Edit 10 VI 2023
© Ascanio Trojani 2023